Apprendo della morte di Tito Tasso e un velo di tristezza si stende sul pallido sole di una giornata di primavera.
Sullo schermo della memoria, subito si proiettano le immagini dell’unica partita giocata contro di lui, erano gli anni ’60.
Torneo serale del Tennis Club Genova.
Una calda serata d’estate, una partita lottata, sofferta (talché fu l’ultima volta in cui vidi mio padre a bordo campo) che riuscii a portare a casa soltanto grazie alla maggiore freschezza della mia giovane età.
Tito, plurititolato in misto con la Bassi e in doppio maschile con l’amico Giorgio Giavotto ai Campionati Italiani di 3°.
Memorabili le finali con gli eterni avversari bolognesi Monzini/Zopellari sempre battuti
Protagonista in molte gare a squadre con i colori del Tennis Club Genova; sempre apprezzato per l’eccellente gioco di rete, la felice posizione in campo e la grande signorilità con l’avversario ed il compagno di turno
Non molto so della sua vita privata: ho conosciuto sua moglie e sono sicuro che le sue indiscusse qualità sul campo da tennis si siano riversate nell’ambito familiare.
Negli anni avvenire, ebbi l’avventura di giocare al suo fianco in numerose gare sotto la bandiera del Tennis Genova e, se ricordo bene, portammo quasi sempre il punto a casa e non certo per merito mio.
Nelle pieghe del discorso lasciava scivolare qualche consiglio tecnico che mi affrettavo a raccogliere e conservare come gemma preziosa.
Ora che non c’è più affiorano le parole del poeta come bolle nell’acqua: “dormi, vola riposa” e forse continuerai a praticare il tuo sport preferito nei meritati pascoli del cielo.
Per noi, ricordarti è dovere.
Lettera aperta: Pino Ugo